Perché scegliere di praticare Yoga e quali sono i reali benefici collegati a questa disciplina? Ecco cosa è davvero realistico aspettarsi, lontano da falsi miti e “leggende metropolitane”.
Qui riportiamo alcune domande alle quali, negli ultimi anni, la “rete” ha fornito le risposte più disparate, sull’onda di un filone “new age” pseudo-spirituale tanto caro a certo “marketing” che sembra non esaurirsi mai.
In un’analisi che sia veramente attinente alla realtà, il concetto di “beneficio” è strettamente collegato a quello di “bisogno” personale: si sceglie di praticare Yoga perché si vuole risolvere un proprio problema o migliorare un “qualcosa” di noi di cui non siamo soddisfatti.
Abbiamo mal di schiena, sopportiamo sempre meno lo stress che i ritmi della vita quotidiana porta con sé, siamo stanchi di essere stanchi, l’ansia e l’irritabilità prendono spesso il sopravvento…
È lecito aspettarsi dallo Yoga dei benefici che possano alleviare tutte queste sensazioni e situazioni spiacevoli? La risposta è “SÌ”, senza alcun dubbio!
Cercando di semplificare al massimo un discorso che, in realtà, sarebbe troppo complesso e articolato, possiamo definire la pratica dello Yoga come un insieme assolutamente non casuale e integrato di “esercizio fisico”, “posizioni”, “tecniche di respirazione” e “pratiche meditative” (talvolta accompagnate da “suoni” particolari – mantra, gong etc.) che ci danno la possibilità di lavorare su noi stessi a tutto tondo.
È così: praticando Yoga ci occupiamo di noi stessi a 360 gradi, a tutti i livelli, non tralasciando alcun aspetto o parte di noi.
Il “lavoro fisico” ci consente di ritrovare gradualmente una consapevolezza del nostro corpo, delle nostre tensioni, dei nostri “vizi posturali” e, a partire da questi, ritrovare un corretto allineamento che è la vera soluzione a dolori e fastidi figli della cronicizzazione delle cattive abitudini posturali a cui non prestiamo attenzione perché troppo presi a fare “altro” (spesso a ritmi che il nostro corpo sopporta ma, in realtà, non gradisce affatto).
Integrando a questo lavoro la riscoperta del proprio respiro, le possibilità che ci vengono date dall’utilizzarlo in modo consapevole ci permette di intervenire oltre il piano puramente fisico, aiutando quel “generatore ininterrotto di pensieri” che chiamiamo “mente” a trovare degli spazi di silenzio che ci permettono di essere nel “qui e ora” senza rimanere intrappolati in quel turbinio di preoccupazioni, proiezioni e schemi ripetitivi che ci impediscono un vivere sereno e rilassato.
Controllare e gestire con maggiore coscienza di sé sia la parte fisica che la parte mentale ci permette di sperimentare gradualmente momenti e spazi “meditativi” nei quali imparare a rallentare e a fermarci, scoprendo l’importanza e l’utilità del riuscire a ritagliarci spazi di quiete lontani dal “rumore” esterno e dal continuo “fare qualcosa”: possiamo essere noi (o ci alleniamo a essere noi) il nostro “centro” e in esso troviamo la forza e le energie per ricaricarci e tornare più vivi e vitali, con una diversa consapevolezza, alla vita di tutti i giorni.
A pensarci bene, tanto il “Mens Sana in Corpore Sano” che il “Carpe Diem” appartengono alla nostra cultura: i nostri avi hanno provato a insegnarci che per stare bene fisicamente, non dovevamo dimenticare la salute della mente (e viceversa) e che vivere pienamente il presente, l’attimo corrente, era la soluzione ai nostri problemi… Chissà perché, per decenni lo abbiamo dimenticato ma ora, per fortuna, insegnamenti che provengono da tempi e luoghi lontani ci riportano a questa verità di fondo che è a disposizione e alla portata di chiunque – senza distinzione alcuna legata alla propria età, forma fisica o condizione pregressa!
Pratichiamo, pratichiamo, pratichiamo: i risultati saranno sorprendenti.
C’è un’unica avvertenza: l’approccio allo Yoga non può essere quello del “fast food” o della “pillola magica” che compie miracoli in un attimo. Pensare che una lezione risolverà tutti i nostri problemi è illusorio (e prometterlo è veramente disonesto), anche se già dopo poche lezioni si avverte nettamente la differenza tra il “prima” e il “dopo”.
Yogi Bhajan ci ricorda che “There’s no freedom which is free” (lett. “Non c’è libertà che sia gratuita”) e per la pratica vale lo stesso principio: più ci impegneremo, migliori saranno i benefici che ne trarremo (e in tempi sicuramente più brevi)!
Questo possiamo davvero prometterlo… Vuoi provare? Ti aspettiamo in sala!
Sujan Singh
Hai trovato interessante questo articolo? Commentalo e/o condividilo!