(Tratto da “The Library of Teachings” – Los Angeles Lecture – 26/10/1989)
L’amore ha bisogno di tanta energia quanto l’odio. Perdonate, non percorrete la via della vendetta. Akal Murat (parte del Mul Mantra – lett. “Immagine dell’Immortale”). Sembrate dei santi, agite dei come santi, pensate come dei santi, siate come dei santi. Rappresentate Dio, rappresentate la grazia, rappresentate la divinità, rappresentate la dignità, rappresentate la nobiltà. Queste sono tutte le cose in noi che dobbiamo portare fuori, questi sono i doni che possiamo offrire alla nostra gente che amiamo e anche alle persone che ci odiano.
Voi conoscete le mie prime esperienze a Los Angeles. Vivevo in un piccolo appartamento dove il letto andava dentro e fuori dal muro con un congegno elettrico. L’affitto? Era di circa sessanta dollari e tutti erano molto orgogliosi che io vivessi nel palazzo migliore. Io ero solito fissare degli appuntamenti e un giorno una persona me ne chiese uno di due ore! Mi chiedevo: “Quale sarà mai quel problema che può essere discusso per due ore?”. Educatamente accettai e si presentò una donna meravigliosa, molto educata, molto gentile, molto dolce, molto alta, una donna dallo stile italiano, molto femminile.
Dopo i saluti si sedette e chiese: “Posso iniziare?”.
“Ti ringrazio”, risposi io.
Aveva scritto così tanti insulti da poter ricoprire completamente una persona in tutte le lingue conosciute al mondo e aveva calcolato esattamente il tempo. Impiegò due ore, ma io capii gli insulti in inglese e capii gli insulti in tutte le lingue che conoscevo, compresa la mia lingua madre: erano molto buffi, davano proprio una lezione ed erano molto realistici. Avevo dato un appuntamento, cos’altro avrei potuto fare? La persona doveva dire ciò che voleva dire.
Infine, quando le due ore erano quasi completamente trascorse, lei aveva calcolato che sarebbero rimasti circa tre minuti e disse: “Io ho finito, tu hai da dire qualcosa?”.
Io risposi: “Grazie infinite”.
Andai verso l’altare, era un altare molto piccolo, dove di solito c’erano mandorle, uvetta e dell’altra frutta secca; ne presi una manciata e le dissi: “Unisci le tue mani”.
Lei lo fece, io le riempii le mani e lei mi chiese: “A cosa serve?”.
Io replicai: “Guarda ciò che hai portato, io ti do quello che ho e lo scambio è equo, il tuo tempo adesso è terminato e puoi andare via con grazia”.
Lei chiese ancora: “Non ti ha fatto alcun effetto?”.
Io risposi: “A che pro? Hai fatto tutte queste ricerche, hai imparato tutte queste parolacce e le hai scritte, sei arrivata, mi hai mostrato il tuo lavoro e il tuo valore. Io l’ho apprezzato, ma tu mi hai dato quello che hai e io ti devo dare quello che ho. Ti do le mie preghiere, le mie benedizioni e questo prashad, questo regalo, che è sull’altare dove medito”.
“Non ti sei sentito offeso?”.
“No, ho apprezzato molto la tua determinazione, sei stata brava nel fare le tue ricerche. Così come oggi hai fatto questa ricerca, domani potrai farne una positiva. Quindi, ci sono delle possibilità”.
Poi, guardai di nuovo l’orologio e aggiunsi: “Sei tre minuti oltre il tuo tempo”.
“Cosa dovrei fare con questo?”.
Le dissi: “Mangialo, distribuiscilo”.
“Posso fare qualcosa per te”.
Io risposi: “Puoi dare a me questo libro di insulti”.
“Che cosa ne farai?”.
“Lo brucerò”, dissi io.
“Lo prometti?”.
“Io non devo, questo è il mio desiderio”.
“Perché lo vuoi bruciare?”.
Io replicai: “In modo che tu non li ripeta a qualcun altro. Questo è quanto”.
“No”, disse, “Vorrei portarlo con me”.
“Sei libera di farlo”.
Occorre la stessa energia per essere negativi, per essere offensivi, per insultare, per aver paura, per essere insicuri, che occorre per essere positivi, sorridenti, aggraziati, per risorgere, per essere gioiosi, per essere felici. È un atteggiamento e un’attitudine di gratitudine che rendono l’essere umano Dio.
Traduzione e adattamento in italiano a cura di Sujan Singh
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